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328 | adjecta. |
DUE VOCI
«Pace, Cristo dicea, pace al fecondo
solco in cui dorme la futura messe,
all’officina che mugghiando tesse,
alla nave che varca il mar profondo,
al vecchio bianco ed al bambino biondo,
ai re possenti ed alle plebi oppresse,
pace! Dio manterrà le mie promesse.
Il mio regno non è di questo mondo!»
Ma il prete dice — «Ah, no, tu non avrai
un istante di pace, o mondo indegno,
finchè il tuo Cristo mi rinfaccerai.
Ferro, sangue, velen sarà il mio sdegno
finchè pentito non mi renderai
l’oro, i gendarmi, la mannaia, il regno.»