Pagina:Le rime di Lorenzo Stecchetti.djvu/348

316 adjecta


e i simulacri giocondi caddero
     de gli arsi lauri sopra le ceneri.
     Cessaron gl’inni e il dolore
     20pesò su ’l mondo de i penitenti.

Dove le ninfe procaci tesero,
     chiedendo amore, le braccia rosee,
     fu visto ghignare il Nimico,
     24furon sentite grida d’inferno,

e l’uomo pianse stancando gli omeri
     sotto la croce per lunghi secoli,
     non più regnator de la terra,
     28ma servo abietto di vane fole;

quando là dove l’onda cerulea
     de ’l Reno a ’l Tauno corre più rapida,
     là dove ne’ fonti e ne’ cori
     32viveano ancora le bianche ondine,

un uomo curvo sopra le tessere
     di piombo, assorto ne la nova opera
     de ’l torchio, rinvenne il segreto,
     36trovò la forza liberatrice.

A poco a poco, su da le pagine
     impresse, vivo levossi l’alito
     d’una giovinezza novella
     40e il santo grido de la rivolta.