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LVI.


     Caro fior di gaggìa, dove sei nato?
Forse nell’orticel d’una beghina
Che la tua piuma d’oro intabaccava
Quando beatamente ti covava
     Col naso ogni mattina?

     O non piuttosto, di’, non non sei sbocciato
Sulla finestra della donna mia?
Dimmi, l’alito suo non t’ha sfiorato,
Il suo labbro gentil non t’ha baciato,
     Caro fior di gaggìa?