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XLIX.

A CAROLINA


     Ah, vile! vile! Il tuo sereno riso,
L’onesto detto, il verecondo viso,
          Furon dunque menzogna!
Né t’acciecò la disperata fame,
Né d’un amante la lusinga infame
          Ti spinse alla vergogna

     Quando la prima volta al bacio osceno
Nudo porgesti il giovenil tuo seno
          E la guancia rosata,
Quando la veste verginal scingesti
Sulle coltri del ricco e ti facesti
          Cortigiana sfacciata!

     Ma nel cor basso e nella mente rea
Libidinosa cupidigia ardea
          Allor che in orgie liete
Non arrossisti al nome vii di druda
E, calda Frine, spasimasti ignuda
          In lascivie scerete!