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72 | le prose |
Quasi fosse bello il poter dire in molte favelle ciò, che non merita forse d’esser detto in niuna. E quelli che si danno in vecchiezza allo studio d’una lingua nuova? Non è di questo ch’io loderò l’illustre Catone. Alla lingua Araba diede opera nell’età d’anni ottanta il Cardinal Olivieri: per morire scolaro, dice il Boccalini. E il sudare intorno alla propria lingua, quando non sei più per usarne? L’Algarotti poco prima della sua morte, e dopo stampate più volte l’opere sue, ringrazia la sua tosse, che l’ha condotto nel bel paese di Toscana, ove potrà attignere al fonte d’ogni grazia e d’ogni bel parlare: quella tosse, che condotto l’ha nel sepolcro. Ne’ suoi ultimi anni interrogato Francesco Zanotti a che s’applicasse, rispose alla propria lingua, che non mi pare ancora di saper bene. Ma la credea egli necessaria per l’altro Mondo?
Un altro regola i suoi studj in modo, da poter fare spicco ne’ circoli, e abbagliare almeno i semidotti e le dame. Egli