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48 | le prose |
e niente a lui dica, mai niente, la stelleggiata volta notturna. Poco avido di que’ beni, dietro cui sospirano tanti, io pago sarò, che tu m’abbia, o Natura, conformato in guisa, ch’io possa... non dico dipingerti: perchè quale è la fantasia che a ciò basti? o qual linguaggio ha parole così fresche, così colorate, così lucide, che se ne contenti la fantasia? ma ch’io possa ammirare, e sentir nel fondo dell’anima la sacra e non esprimibile tua beltà.