corre; se mi ricordo che quando egli tramonta, come allor che sorge, io non veggo già lui, ma l’immagine sua posteriormente, come anteriormente nel sorgere, da quelle ingannatrici delle rifrazioni dipinta, no, la scena del Sol cadente non è più quella. Non veggo più con egual piacere per metà immerso l’orbe suo cotanto ingrandito, non la rossa curva, che dar sembra un’ultima occhiata al Mondo, e poi sparisce ad un tratto, non quella polve d’oro, o piuttosto d’ambra, che tosto si leva, finchè, dileguandosi a poco a poco, cede il luogo ad un bel candore, e questo alla porpora del crepuscolo ancor più bella: mentre con l’aure della sera, con le rugiade, e con l’ombre, che van succedendosi una più bruna dell’altra, viene il silenzio, la calma, il riposo, la meditazione, e i piaceri tutti dell’anima a regnar vengono su l’oscurato Emisfero.