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le prose 37

come fan quelle dell’acqua del mare, la volta azzurra non è più agli occhi miei ugualmente bella. Così dicasi d’una montagna lontana, ed anche d’una foresta, che per l’aria frapposta di verdastro in azzurrognolo si trasmuta. Me ne dite il perchè? Svanisce tosto l’incanto.

Una delle più rare scene, che la campagna ci offra, è quella del Sole nel suo tramontare. Ella m’è ancor più cara di quella del Sol nascente, forse in grazia d’una di quelle considerazioni, che si fanno quasi senza avvedersene. Il Sole, che nasce, sappiamo che rimarrà con noi per alcune ore: quello, che muore, nol rivedremo che il giorno appresso. Ora non è egli così d’ogni cosa, che allora ci par più preziosa e grande, che ci sfugge e abbandona? Ma se allor penso all’origine bassa e terrestre di quelle nubi, ond’è circondato, e nelle quali egli scherza sì vagamente co’ lucidi suoi colori; se penso a quella distanza, che tra le nubi, e lui grandissima