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le prose | 35 |
spogliandolo dell’orror suo misterioso. Mi guarderò ben di sapere che fabbrica quella era, di cui più non veggo che bizzarre e romanzesche ruine: la verità non sarebbe mai così bella, come la produzione dell’immaginazion mia. E tu, o bellissimo Adige, credi tu che le onde tue chiare, benchè profonde, maestose, benchè veloci, ed amabili, benchè prepotenti, credi che mi piacerebber tanto, se le sinuose tue rive, celandomi per qualche tempo quegli oggetti, cui vado incontro, non eccitasser la mia curiosità, ed io non sentissi prima del piacere d’una nuova scena il piacer forse maggiore dell’aspettarla?
Non vorrei parere il panegirista dell’ignoranza: ma certa cosa è, che il diletto, che lo spettacolo generale della natura produce in noi, viene indebolito non poco dalla cognizione scientifica della stessa natura. Egli accade come a una decorazion di teatro; ed io non dico che non piaccia il sapere come operino quelle funi, quelle car-