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vien non poco accresciuto da quella rapida riflessione, che il caso accozzò insieme i diversi oggetti, onde formasi quella scena: ma se ciò, ch’io veggo, è frutto dell’arte, nutrendo noi di questa un’opinion grande, e più esigendo da lei, che dal caso, il qual pare non aver forza niuna, crederei che la scena artifiziale, benchè più bella della naturale, dovesse tuttavolta colpirci e dilettar meno.

Che che parer possa di questo, certo è che d’in cima ad una delle suddette colline spunta picciol convento abitato da otto Eremiti, che non so perchè si dicano Eremiti, otto essendo. Piuttosto io, che sto solo, son l’Eremita. È circondato da non pochi cipressi, che gli vanno piramidando intorno, e dannogli un’aria melanconica e grave, la quale combatte non senza molta grazia col ridente de’ circostanti luoghi. Vado a visitarlo, non già per consultare su qualche lavoro poetico que’ Romiti: allora là vado, che voglio scorgere un orizzonte più vasto,