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18 | le prose |
ci riesca, come tale pur ci riesce quella di altri più teneri e più squisiti, ove da rimorsi accompagnata non sia; ricordazione piena d’una dolce melanconia, di leucocolia, ch’è come dire d’una bianca tristezza.
Ah! sì, viene un tempo, nel quale più che il sentir nuovi affetti, giova contentarsi della rimembranza di quelli, che abbiam sentito. Ragionamenti, letture, espansioni di cuore, rimproveri dolci, innocenti scherzi, piaceri dell’anima, momenti felici e rapidi, no, io non v’ho interamente perduto. Voi nascete di nuovo nella mia memoria, nascete scompagnati da tutto ciò, che in parte allora potea turbarvi, e meco restando quanto a me piace, se la vivezza del diletto è minore, maggior n’è la schiettezza e stabilità.
Così pur giova riguardo ai piaceri dello spirito, cioè alla meditazione e allo studio, contentarsi di quel bene, che un certo disinganno anche in tal punto ci lascia gustare. Voglio dire, che non si dee far