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14 | le prose |
m’abbandono sì volentieri, e quegli enti miei, che non sono chimerici affatto, sussistendo per me, che li creo. Ma sopra tutto le più care memorie della scorsa mia vita, che il senso mi addolciscono della presente.
L’anima nostra, che rade volte del presente si appaga, volentieri o verso l’avvenire s’innoltra col desiderio, o sovra il passato ritorna con la reminiscenza. Il primo non curasi di far più, quando in uno stato si trova di disinganno: perchè come desiderar con impazienza un avvenire, nel quale nulla veggiamo di maraviglioso e di grande? Più volentieri risale al tempo passato, e riproducendo in qualche maniera le cose, che più a lei furono grate, queste in qualche maniera gusta di nuovo, e rivive, per dir così, la migliore sua vita.
Con piacer grande ricorro sempre ai giorni della prima mia giovinezza. Per molti riguardi felicissima è quell’età, ma