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le prose | 13 |
Optima quæque dies miseris mortalibus ævi
Prima fugit.
Non formano certamente la delizia de’ miei passeggi nè i bruni zendadi di Venezia, nè i cappellini di Londra, nè le piume delle Tuilerie o del Luxemburgo. Dirò più presto, se usar posso tal espressione, gli ornamenti e le piume della natura; l’erbe ed i fiori, gli arbusti e gli alberi. Anche su questi enti può un’anima spander sè stessa: può con tutto il sistema della natura immedesimarsi. Dirò più presto quelle considerazioni, per le quali non abbiamo il comodo stesso nel Mondo, ove le faccende, le passioni, i giudizj torti, e il costume, che spesso sembra ragione, rende più difficile un certo esame. Dirò anche quelle fantasie e que’ sogni, a cui