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248 dissertazione

Stavan frapposte, o d’elevate piante
Collinette coperte, o il grembo florido
Di qualche valle di ruscelli piena
La dovizia spandea de’ suoi bei fiori
D’ogni colore, e rose senza spine:
Veggonsi in altra parte ombrose grotte,
E spechi di freschissimo ritiro
Cui sopra, a tardo piè, serpe la vite
Lussureggiante di purpurei grappi,
Mentre le mormoranti acque, o disperse
Cadono giù dalle pendici, o i varj
Uniscon rivoletti in chiaro lago,
Che al coronato margine di mirto
Tiene innanzi il suo specchio cristallino.
S’ode cantar de’ pinti augelli il coro,
Cui zefiro gentil, che spira odori
Di campi e di boschetti, il suono accorda
Delle tremole foglie susurranti:
E intanto Pan l’universal Rettore
Con l’Ore e con le Grazie unito in danza
Guida appo sè la Primavera eterna1.


  1. Chi si diletta della lingua e poesia In-