Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
dissertazione | 235 |
scena naturale ci par quasi creata da noi medesimi, che spesso ci crediamo i primi ad osservarla, o almeno ad osservarla con quella diligenza sagace e dotta, che non lascia indietro nulla di quanto può conferire alla sua perfezione. Quanto non dovrà dunque sembrarci vaga, singolare, magnifica?
Alcuni pertanto potrebber dire, che non dovremmo privarci di quella spezie di bello, che ne’ giardini regolari si trova, di que’ pergolati e di quelle spalliere, di que’ giuochi e spruzzi mirabili d’acqua, che si colorisce al sole e s’indora, di que’ verdi ricami, di que’ sontuosi terrazzi, de’ bronzi gettati e degli scolpiti marmi, d’un luogo infine, ove tra l’erbe ed i fiori l’Idraulica, la Statuaria e l’Architettura insieme gareggiano; e goder poi delle bellezze semplici e schiette, e certo infinitamente superiori, in mezzo ai campi, su la riva de’ fiumi, tra i monti e le valli, cioè nelle braccia, per così dire, della vera ed originale natura. Nè vergognarci tanto di amar ne’ giardini quella regolarità