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230 | dissertazione |
parlarono in prosa, non la userà egli; là non v’essendo più vera imitazione, ove s’adopera quel materiale stesso, che la natura suole adoperare. E se alcuni moderni nelle lor commedie l’usarono, non per questo io dirolli poeti, come non li direbbero i Greci, e i Romani, che in versi le commedie loro scrissero tutti.
Non può dunque l’arte de’ giardini Inglesi essere imitativa, e tra le arti, che si chiamano con tal nome, venir collocata. Tale sarà bensì quella d’un pittore di paeselli, che in un quadro mi rappresenti una bella campagna, perfezionando le scene da lui osservate, e il vero all’ideale con la immaginazione sua riducendo: ma non intenderò mai, come allora ci sia imitazione, ch’io mi servo della stessa materia, ond’è composto il mio originale, e come si possa imitar la natura con la natura.
Si dirà che tale obbiezione colpisce piuttosto quegli scrittori, da cui tra le arti imitative posta fu questa, di cui parliamo, che