Ricavasi pure da ciò che si disse, o che accennossi piuttosto, quanto tali giardini s’allontanin da quelli che chiamansi regolari, ed ove il giardinajo, o, a dir meglio, l’architetto taglia le piante, come fossero pietre, e ne forma camere, laberinti, teatri, o lunghi e diritti viali con vasi e statue, che stannosi di rimpetto; ove rinchiude tra il muro le acque, o dal piombo in alto le slancia; ove il terren disuguale divide in piani, lo sostien con pareti, e pratica marmoree scale, perchè un piano riesca all’altro; ove più, che l’erba, il marmo, più, che l’ombra, domina il sole; ed ove non si tien conto di quelle prospettive, che il paese con vana e non accettata cortesia forse somministra. Però non è da domandare, se gl’Inglesi si ridano di simili studj. Ma i lor giardini sono poi tali, che non vadan soggetti a difficoltà niuna? Non mi par veramente. E forse v’ha tale obbiezione contra essi, ch’io non credo esser mai stata fatta.