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onde lucide ripetuto, e gli augelli, e gli armenti, e i coltivatori che dan moto e vita a tutta questa sì gentile, sì grande, sì varia scena... ah! chi può descriverla? Chi può parlare di quegli enti nuovi, onde popolata m’apparisce, di quegli enti fatti secondo il mio cuore? E che importa che fantastici sieno, se la lor compagnia mi torna sì cara, e mi gitta nell’estasi la più deliziosa? Il qual genio per essi, anzi che sentire di misantropía, veggano quelli, che l’accusan di ciò, non indichi più presto un cuor delicato ed affettuoso, che non contento del Mondo reale, ricorre alla cortese immaginativa, la quale gliene dipinge uno, chimerico sì, ma d’un pascolo ad esso il più omogeneo per la qualità, ma l’ambrosia sua ed il suo nettare per la squisitezza.

Tra i vantaggi poi, che annoverar potrei molti, della vita solitaria, questo mi par sommo, che impariamo a conoscer bene le forze del nostro animo. Finchè siam