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212 le poesie
XVI.


     Ma mentre veggo, che all’amico letto
Ha la celeste Donna il piè rivolto,
E ch’io già del ginocchio in terra metto,
Da quella dolce visïon fui tolto.
Egli moría; ma con sicuro aspetto
Attendea l’ora, che l’avria disciolto:
Non io così, ch’era a soffrir men forte
Quella, che mia parea più, che sua morte.

XVII.


     Se la pompa feral di quella sera
Romper non vidi l’orride tenebre
Col tetro lume della bianca cera,
Nè il sacro udíi di pace inno funebre,
Qual pro, se tutto nell’orecchio m’era,
Tutto innanzi mi stava alle palpebre?
Se della tomba sua ne’ sentier bui,
Benchè lontano, io discendea con lui?