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le poesie | 211 |
XIV.
Come vi lampeggiasse, il loco tutto
D’un tremolo fulgor si rivestiva.
Pur la nobile Donna avvolta in lutto
Tenea la faccia: or che saria giuliva?
Ma d’ogni pianto era il bel volto asciutto,
Dolente, sì, ma qual conviensi a Diva;
Tal che il duol nel suo viso, e in un del vinto
Duolo il trionfo si vedea dipinto.
XV.
Alle bende del crine, ed a quel bianco
Velo, che ricopria le membra ignude,
Alla catena, ond’è sventura ir franco,
Temprata d’ôr su non mortale incude,
E all’aurea chiave, che pendea dal fianco,
Ove sculto appariva il Ciel dischiude,
Religïon conobbi, e un sacro orrore
Mi sentíi l’imo ricercar del core.