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200 | le poesie |
XII.
Ma quale dal vicin secreto bosco
Soavissimo canto si dischiuse?
Dolce usignuol, la voce tua conosco,
Che il suo nettare sempre in me diffuse.
Sempre io t’amai; tristo è il tuo genio e fosco,
E te compagno lor dicon le Muse:
Ebbi genio conforme io pure in sorte,
Ed entrai giovinetto a quella corte.
XIII.
Pera chi al bosco tuo t’invola, e udirti
Crede rinchiuso in carcere molesto!
Cantor non compro tra gli allori e i mirti
Udir ti dee; chè il tuo teatro è questo.
Solo di terra, e ciel può convenirti
Tacito aspetto, e dolcemente mesto,
E libero varcar di ramo in ramo:
Schiavo, e avvilito alcun veder non amo.