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184 le poesie

XIV.


     Meravigliando Cromi al dì novello105
Parmi immobile star sovra l’aratro,
Veggendo il campo rivestito e bello,
Ove prima giacea più nudo ed atro.
Sai, gli dirò, qual magico pennello
Questo di colli rabbellì teatro?110
Vedi tu questa rosa, e là quel giglio?
La mano qui posò, là volse il ciglio.

XV.


     Frutto de’ suoi sorrisi, e non del Sole,
È quest’aere sì lucido e sereno.
De’ fiati suoi, non d’erbe e di viole,115
Frutto è quest’aere di fragranza pieno.
Un dolce resto delle sue parole
Ondeggia ancor del liquid’aere in seno.
Deh serbi a lungo di quel suon la traccia,
E taccia intanto il rivo, e il bosco taccia.120