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180 | le poesie |
VI.
Che s’egli manca, e qua non drizza il piede,
Solo non io però vivo quest’ore:
Chè meco all’ospitale ombra qui siede
O il divin dell’Eridano cantore,
O quel, su le cui carte ancor si vede45
Arder la più gentil fiamma d’amore,
Qual mai non arse in uom dopo, nè prima,
Nè fu versata così dolce in rima.
VII.
Tale è l’incanto del celesti carmi,
Tal dolcezza nel sen mi serpe ed erra,50
Che un nuovo Mondo allor mi cinge, e parmi
Nuove forme vestir l’aere e la terra.
Già tutto mi s’avviva: i tronchi, i marmi,
Ogni erba e fronda un’anima rinserra;
„L’onda d’amor, d’amor mormora l’aura,55
E intenerito il cor chiede una Laura.