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le poesie | 141 |
IV.
25Cieco io divenga, s’io
Di levare a te lascio il guardo mio;
O che in cammin notturno
Per fosca ombrata sponda
Vegga il tuo viso eburno
30Splender tra fronda e fronda,
O sieda in riva di tranquillo fiume,
Che l’onde sue rincrespi entro il tuo lume.
V.
Meglio, se in riva a un lago,
Custode più fedel della tua imago.
35Talor quell’onda blanda,
Tuo specchio, ti consiglia,
Quando la tua ghirlanda
Di ligustro e giunchiglia,
Se turbolla per via rabido vento,
40Tu ricomponi con la man d’argento.