Il tuo culto sprezzar, no, non poss’io:
Ma scosso appena dalle gialle fronde 120Avrà l’Autunno il lor ramo natio,
Che tu darai le spalle a queste sponde,
E d’altro filo tesserai la vita 123Ove Città sovrana esce dell’onde.
Nè però dal tuo core andrà sbandita
La voglia di tornare al bosco e al campo, 126Tosto che torni la stagion fiorita.
E se nol vieta di due ciglia il lampo,
Se una dolce eloquenza non ti lega, 129Ti rivedrò; nè temo d’altro inciampo.
Ciò detto, in piè levossi; ed io: Deh! spiega,
Se ancor mi s’apparecchia al core un dardo. 132Ella già mossa: Il labbro tuo mi prega
Di quel, che dubbio pende anco al mio sguardo.