Chi sei? le dico; ed ella, i rai pensosi
Chinando, Solitudine m’appello: 36O Diva, sempre io t’onorai, risposi.
Mettea dal mento appena il fior novello;
Ed uscendo, tu sai che parlo il vero, 39Dal folleggiar d’un giovanil drappello,
In disparte io traeva; e se un sentiero
Muto e solingo a me s’apria, per esso 42Mi lasciava condur dal mio pensiero.
Poscia delle città lodai più spesso
Rustico asilo, e più che loggia ed arco, 45Piacquemi un largo faggio e un brun cipresso.
Questo so ben: ma che sovente al varco
Un Nume t’aspettò, pur mi rammento, 48Rispose, e che per te sonar fe’ l’arco.
E stato fora allor parlar col vento
Il parlarti de’ campi, e morte stato 51Far un passo lontan dal tuo tormento.
Ma tutto de’ tuoi giorni era il gran fato
Seguir la tua giovine Maga, e meno 54Curar la vita, che lo starle a lato,