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le poesie 121

     Chi sei? le dico; ed ella, i rai pensosi
Chinando, Solitudine m’appello:
36O Diva, sempre io t’onorai, risposi.
     Mettea dal mento appena il fior novello;
Ed uscendo, tu sai che parlo il vero,
39Dal folleggiar d’un giovanil drappello,
     In disparte io traeva; e se un sentiero
Muto e solingo a me s’apria, per esso
42Mi lasciava condur dal mio pensiero.
     Poscia delle città lodai più spesso
Rustico asilo, e più che loggia ed arco,
45Piacquemi un largo faggio e un brun cipresso.
     Questo so ben: ma che sovente al varco
Un Nume t’aspettò, pur mi rammento,
48Rispose, e che per te sonar fe’ l’arco.
     E stato fora allor parlar col vento
Il parlarti de’ campi, e morte stato
51Far un passo lontan dal tuo tormento.
     Ma tutto de’ tuoi giorni era il gran fato
Seguir la tua giovine Maga, e meno
54Curar la vita, che lo starle a lato,