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fisico, ci conduce naturalmente a supporre del morale lo stesso: se non è da dire, che amendue non forman che un sistema solo. E chi sa, che oltre il morale ed il fisico, non entrino nel gran disegno della Divinità altri ordini ancora, per cui nè termini abbiamo, nè idée? Noi veggiamo un gran palagio, la cui regolarità esterna fede ci fa dell’interna, ma entrar non possiamo in esso: lo misuriamo anche in gran parte questo palagio, ma senza poter conoscerlo. Che se tutto, come sembra, è concatenato, l’anima nostra così umiliata, quando, slanciandosi fuor del suo caduco inviluppo, trascorre i cieli, e riguarda da quell’altezza il picciolo nostro globo, gran conforto ricever può dal pensare, che non solamente questo picciolo globo, ma ciascun di noi stessi è necessariamente a tutta la natura congiunto. La stessa contemplazione del cielo, che una certa umiliazion desta in noi, dee destare anche una nobile compiacenza. L’uo-