Pagina:Le prose e poesie campestri....djvu/122

106 le prose

si, che spento sussista nel voto, per qualche accidente, che non m’è noto; come non so, perchè si riaccese taluno, che s’era spento. Intendo forse io meglio, come gli altri tutti si scorgano ancora, cioè come non iscemi nelle stelle, e nel nostro Sole la luce dopo tanta emanazione? Ci appagan forse quelle comete in questo lanciate a fin di nutrirlo? Quel lume, che i corpi celesti si tramandano scambievolmente, e di cui nulla sen perde? Ci appagano invece quelle dottrine Cartesiane, o piuttosto Malebranchiane, che furon dall’Eulero rimesse in piedi, e che alla luce di emanar vietano, e vibrar fanno l’etere, in cui si vuole che la luce sia quello, ch’esser crediamo il suono nell’aria scossa e ondeggiante?

Comunque sia, lo studio dell’Universo non permette di pensar cosa, onde turbata verrebbe quell’armonia, che d’altra parte per tanti fenomeni è dimostrata. Tale armonia generale, quanto all’ordine