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le prose 103

havvi una spezie particolare di creature in ciascuno? Quanti diversi ordini di natura e di provvidenza! quanti disegni profondi d’intelligenza e bontà! Nell’uno si trovan per avventura enti men perfetti di noi, più perfetti nell’altro: quelli hanno un numero minore di sensi, questi un maggiore. Nulla però immaginar posso fuor di quello, che la natura mostrami qui: posso immaginar solamente un udito più o meno fino, una vista più o meno ampia, uno spirito più o men comprensivo; e quindi, parlando delle nostre arti, un’altra eloquenza in parte, un’altra musica, un’altra architettura. Supponendo poi le stesse facoltà, le stesse passioni, che abbiamo noi; che bel Mondo non sarebbe quello, ove ci avesse questa condizion sola, che ciascun coltivasse il talento suo proprio, e collocato fosse ciascuno secondo l’indole del proprio talento? O abitanti di Giove, e Saturno, noi degli eclissi de’ vostri satelliti facciam tavole, che voi stessi forse