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le prose 101

a te, quasi per avvicinarti alquanto l’immenso specchio, in cui miri te stessa? Ma più, che l’andarti con mente filosofica considerando, mi giova, abbandonato a’ miei sensi, ricever nell’occhio a un tempo e nell’anima, che ti apro tutta, quella soave e nobile melanconia, che piove dalla tua faccia; massimamente in quest’ora, che, l’ardente Sol tramontato, tu ci ridoni il suo lume, ma spogliato della sua fiamma, ed un più dolce e più mansueto giorno spargi sopra la terra; mi giova o vederti passar lentamente dietro quelle nubi, che ora mi ti celano, ed ora scuoprono, o nell’azzurra volta serena contemplarti immobile e trionfante, mentre cade continuo di pallidetti raggi un diluvio, l’aria biancheggia tutta all’intorno, e il colle ed il piano si mostrano tinti di bella luce argentina.

E voi, o lucidissime stelle, onde il gran manto della notte sembra trapunto, non siete voi forse altrettanti Soli, e non s’ag-