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le prose 95

alcuna: le foglie appassite, onde il sentiero è coperto, ritardando talora i miei passi, fermati, pajon dir fischiando al pensiero, che troppo avido si stende verso il futuro; e gli augelli di passaggio, preparandosi all’immenso lor volo, mi ricordan, che gli uomini su la terra non son che passeggeri e viandanti. O alberi, le foglie a voi torneranno: ma tornerò io a voi? Sì, lascerò la campagna al sopravvenir del verno, cioè dappoi ch’ella m’avrà lasciato: ma s’io vivo, tornerò co’ zefiri, e con le rondini, il giuro. Tornerò a goder di quest’aere, di questi colori, di quest’ombre, di questo sole: a rivolgere in mente ne’ miei passeggi la forma, o Torelli, dell’animo tuo; considerando principalmente quel desiderio di perfezionar te stesso, che ti portò ad ogni scienza ed arte, come ad ogni virtù; considerando quell’amor generale dell’ottimo, che accuratissimo esser ti fece così ne’ tuoi studj, come nel tuo morale contegno, e