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dj, nè la nostra età. Dir posso anche rispetto a questa, che m’eri padre, ed amico ad un tempo. E tanto meglio posso dirlo, che il padre mio m’avea a te, poco prima di morire, caldamente raccomandato: felice pensiero, che mi fece stimare ancor più l’uno e l’altro, e mi rendette più cara e la sua memoria, e la tua persona.

E forse fu questa differenza di studj e d’ età, che in gran parte ne generò una, non però grande, nella maniera nostra di pensare, e sentire: differenza che a me punto non dispiacea. So bene, che generalmente si crede, non darsi amicizia vera senza un’ analogia perfetta di sentimenti; il che non solamente mi sembra falso, ma parmi ancora, che allor l’amicizia sia molto men bella. Che altro veggiamo allor nell’amico, che la nostra immagine? Converrebbe cessare d’amar noi stessi, per lui non amare; ovvero non è l’amico propriamente che amiamo, ma noi. Io voglio che