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92 | le prose |
che ottien ciascuno, perchè ciascuno ha, come i suoi contrarj, i suoi amici ancora, i partigiani e fautori suoi, che son del gusto medesimo, benchè falso, e tengon le stesse opinioni, benchè stravolte? Una lode, a cui l’uom savio non saprà mai quanto credere, finchè vi sarà amicizia, adulazione, e buona creanza nel Mondo? Merita ciò la pazzia di dire agli altri uomini d’esser molto da più di loro, come tacitamente dice chi esce in istampa? delitto, che gli uomini non perdonano mai: onde a torto ci maravigliam poi di quella censura, che altro non è che vendetta. Studiandomi, tu mi dirai, di far sempre meglio, confonderò gli avversarj, e i miei più mi s’affezioneranno. Qual errore! I nemici s’inaspriscono, e ti si rivolgon contro più fieri; e gli amici, quello ch’è peggio, diventano di te gelosi.
Ma questa gelosia, o Torelli, tanto meno esser potea tra noi due, quanto che gli stessi affatto non erano nè i nostri stu-