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90 | le prose |
il dolor della perdita d’un amico non finisce mai veramente; ed ogni volta, che desideriamo con ardor grande la presenza di lui, pare ch’egli muoja di nuovo.
Pure io non vorrei per cosa del Mondo non aver conosciuto colui, che or piango. Non solo è dolce ed utile cosa il possedere un saggio e fedel compagno, ma eziandio l’averlo già posseduto. È vero ch’io più non l’ascolto; ma conobbi così la maniera sua di pensare, che saper posso in ogni vicenda com’egli mi consiglierebbe. Ho nella mente il suo esempio, che non ho più negli occhi; e più, che l’immagine sua di marmo, abbraccio la figura dell’animo suo. Sia prosa, o versi quello ch’io scrivo, io dico: Non piacerebbe a lui questa idéa, non questo giro, non questo passaggio. E lo stesso è nelle cose della vita più importanti assai, che quelle della letteratura: Egli mi avvertirebbe di fuggir quel ridotto, di tollerar quel difetto negli altri, di riserbar la severità per me stesso.