Ma tu, fra scille rabide
E lusinghevoli sirene, squassi
La face, e invitta a’ secoli,
64Sempre a te simile, pugnando passi.
Felici, o voi che vigili
Nell’ombre, al fulgere del roseo lume
Sorgete, e di lei, fausta
68Solo a’ magnanimi, vi fate un nume!
Voi stringerà con ferrea
Tanaglia il macero bisogno; in voi
La regnatrice invidia
72Proverà il tossico de’ dardi suoi;
Ma sia che alfin tra’ cantici,
Orrendi al tracio domato orgoglio,
Voi chiami, augusti indigeti,
76La gloria al vertice del Campidoglio;
O sia che ne’ maliaci
Varchi, o nel tessalo scompiglio, i vostri
Capi col pugno bronzeo
80Su le macerie la morte prostri,
A voi supremo gaudio
Sgorga dal candido dover compiuto;
Ed all’ematia polvere
84La tua bestemmia si sperde, o Bruto.