Sì ch’ei, fitto alla scitica
Balza, il dir tumido dell’argicída
Sprezzando, al divin despota
40Lanciò ne’ secoli la prima sfida.
Per te, ch’austera moderi
I selvaggi impeti, gl’iniqui ingegni,
Vien che tremenda ai reprobi,
44Ai buoni provvida, giustizia regni.
Per te, madre a vittoria,
Degli ebbri eserciti nell’ignea festa,
Libertà scende, e barbari
48Vessilli e porpore di re calpesta;
Onde poi grata all’opere
Ride la copia sul suol ferace,
Mentre dell’arte i candidi
52Còri in dotti éduca ozj la pace.
Volge fortuna i torbidi
Flutti, e con mobile talento opprime
Ne’ gorghi atri le specie,
56Ch’or or dell’essere toccâr le cime:
Vinte dal moto assiduo,
Che tutto esercita con leggi ascose,
In terra, in mar, nell’etere
60Sembianza assumono varia le cose: