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PER LA MIA CANDIDATURA






Invano all’aula sonante, o Bovio,
     M’alletti: altr’aure, altr’arte; insolito
               Pomo innestar su lento
     Salcio, insensato agricoltor, non tento.

Rubesto il rovere poggi, e tra l’ispide
     Braccia le nebbie ravvolga e il turbine;
               Susurri a la feconda
     Aura, lieta di pan l’arista bionda.

Te dalle rigide veglie, onde spazii
     Sereno, e l’ardue leggi dell’essere
               Sforzando, i più sublimi
     Campi d’un’orma fiammeggiante imprimi,