E tu benigna al pensator che il bieco
Secol dinanza, e tra un cader di numi
Nuov’erte ascende imperturbato, il cieco
Tramite allumi.
Del magico destriero erto sul dorso
Te per impervj regni urge il poeta:
In te dell’ansie ardimentose il corso
Fervido acqueta.
Ma chi dell’oggi vive e la codarda
Anima in cupidigie acri tormenta,
Te stolto irride, te chiamar bugiarda
Maga si attenta.
Misero! E tu fra tanto, oltre a’ mortali
Tumulti, immersa in un albor di puri
Sogni risplendi, e verità immortali
Nel sen maturi.
Tal Galassea, che in un vapor sereno
Casta delude i nostri audaci voli,
Nutre un’immensa nel suo latteo seno
Festa di soli.
In te dal rogo indeprecato il guardo
Ultimo eresse il redentor di Nola;
Udì fra’ ceppi lo Stilan gagliardo
La tua parola,