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FEBBRAJO
Sempre che con tepor primaverile
Scota il vario febbrajo i sonnolenti
Arbori, e desti su’ deserti rami
Tenero verde e intempestivi fiori,
5A voi, facili sogni, a voi, speranze
Lusinghevoli, io penso, onde s’ingemma
Anzi tempo l’incauta giovinezza,
Datrice alma d’inganni. Irato a un tratto
Del concesso governo urla aquilone,
10Stagna i vividi succhi, abbrucia i novi
Germogli, i fiori isterilisce, e a volo
Precipitando dall’etnea montagna,
Di subito nevischio i campi inalba.
Guarda il mite cultore, e con un triste
15Riso scrollando la vellosa testa: