Il pavon maestoso, tra le michelie in fiore,
“Rama è più bel di me,„ trepido dice;
E, topazj volanti, i colibrì in amore 16Pispiglian: “Rama è più di noi felice.„
Meravigliati in riva dei puri fiumi stanno
Gli elefanti, che ferree hanno le membra,
E, traendo l’adunca tromba dall’acque, vanno 20Mormorando fra lor: “Visnu egli sembra.„
Pur, come fosse a lui sigillata la fonte
D’ogni saper, come se vinto e morto
Fosse alla gloria, ei lento va, con dimessa fronte, 24In un pensiero, in un mistero assorto.
Lo vede Indra, l’amico nume, e in tre passi viene
Al mesto eroe. Tace la selva intorno
Al dio presente; fermano il vol l’aure serene: 28Fiammeggia, qual per doppio sole, il giorno.
“O amor d’ogni vivente, gli dice, e qual ti manca
Saper, gloria, possanza? Io non intendo
Il tuo dolore. Ai tuoi strali non andò Lanca 32In fiamme? Non peri Ràvano orrendo?
Forse fra le tue braccia or non palpita Sita,
La casta Sita che il gran cor ti accese,
La donna da’ bei lombi, di cui più dell’amrita 36Dolce è la bocca e l’anima cortese?„