Voce che al padre mio
Intimasti cacciar me derelitta
Dal caro nido ove ammirata io crebbi! 20Oh bieco amore, ond’ebbi
L’anima verginal prima trafitta,
Sì che d’ogn’altro immemore
Al mio lare mi tolsi,
E concitata, insana 25Corsi di Lerna a’ floridi
Poggi baccando e alla Cencrea fontana!
Ahi, tal mercede il cor semplice attende
Che in te si piace e tempio
Vivo si fa, benchè mortal, dell’ardua 30Beltà che in ciel risplende?
Pur tu benigno il vasto orbe consòli
Di luminoso amor; placida un’onda
Dell’esser tuo feconda
Quanto vegeti o strisci o guizzi o voli: 35Sol dunque in noi mortifera
Fiamma diviene e scempio
La concepita Idea?
Sol d’affannosa insania
Ostia tu fai chi più di te si bea? 40Dacchè fui tua, nume crudele, e ossessa
Dal concetto divino
L’anima crebbe a dismisura, erompermi
Sentii fuor di me stessa
E dilatarmi nell’immenso cielo. 45Tremâr le membra all’impeto ineguale,
E l’eterno e il mortale
Si confuser così nel petto anelo,