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LAOCOONTE






I.


Perchè di Dio spregiò l’ira, e la troppa
     Fede irrise de’ ciechi armenti umani,
     Or qui l’audace con ululi vani
     4La sorte accusa, e in aspre pene intoppa.

Da’ piedi a’ fianchi, alle braccia, alla coppa
     Avvinghianlo i serpenti, ed ei con mani
     Adunche invan dal petto ansio gl’immani
     8De’ famelici mostri orbi disgroppa.

Silenziosa intanto alla ferrigna
     Aer sorge la notte; ode l’orrendo
     11Strazio la turba da lontano, e ghigna.

Ei solitario nell’immenso orrore,
     I profondi nell’ombre occhi figgendo,
     14L’alba invoca e la pace, e mai non muore.