41Mira fra tanto la fanciulla mesta
La perfida carena allontanare,
E in cor volgendo aspre memorie, resta
Immobilmente a riguardare il mare.
Nell’altro lato della regia vesta
Pinto, anzi vivo, il giovin Bacco appare;
E a te muove, Arianna; e dall’acceso
Volto ben mostra che di te s’è preso.
42I Satiri e i Sileni in Nisa nati
Van dietro a lui ruzzando in lieto coro;
E, il capo indietro, con fieri ululati
L`ebbre Baccanti pazzeggian con loro.
E altre squassano i tirsi inghirlandati;
Chi scrolla i pezzi d’un sbranato toro;
Qual di serpi s’attorce, e quale in cieca
Cesta del Dio gli alti misterj reca.
43Erta le palme altra i timballi scote;
Chi di metallo due piastre battendo,
Prolungate ne trae stridule note;
Caccia il barbaro flauto un fischio orrendo;
Mentre, gonfiando al corno altra le gote,
Va di rauchi rimbombi i campi empiendo.
Bella di tali aspetti è l’ampia tela,
Che il talamo regale adorna e vela.