29Andar su l’Ida? ahi, per mirar l’orrendo
Gorgo, onde il tetto mio quinci è diviso?
Sperar nel padre ch’io lasciai, seguendo
Chi nel sangue fraterno erasi intriso?
O dello sposo a consolarmi io prendo
Nell’amor fido e nel sincero viso,
Dello sposo, che a me togliesi, e lento
Curva i remi sul liquido elemento?
30Tetto non ha la spiaggia abbandonata;
Non ha l’isola tutta uman soggiorno;
Varco non è tra’ flutti ond’è cerchiata,
Sì ch’io d’uscirne sperar possa un giorno;
Di fuggir, di campar via non m’è data;
Tutto è silenzio, è vuoto, è morte intorno.
Ma non pria languiran nel sonno immenso
Quest’occhi, e perderò stanca ogni senso,
31Che sul capo del perfido consorte
lo non chieda agli Dei giusta vendetta,
E non implori al ciel sino alla morte
La giustizia ch’ai miseri si spetta.
Su, Furie, voi che il crin di serpi attorte
Gli empj colpite della pena addetta,
Voi che l’ire del cor sul fronte avete,
Le mie querele a udir qui qui correte.