20Chiama ella e grida, e insana e furibonda
Per greppi e balze angoscíosa ascende,
E nell’immensa azzurrità dell’onda
L’arse pupille immobile protende;
Poi corre all’orlo dell’ondosa sponda,
Nè di calzare il piè molle difende;
E singhiozzando e lacrimando insieme,
Queste muove dal sen querele estreme:
21“Così, perfido, me ch’al natio lito
Strappasti, così me, perfido, in questa
Piaggia hai lasciata? E sei, Teseo, partito?
E pensiero di me nullo a te resta?
Il giuramento dagli Dei sancito
Così l’anima tua dunque calpesta?
E rechi, in pegno di cotanto affetto,
Gli esacrandi spergiuri al patrio tetto?
22Come, o crudel, potè l’aspra tua mente
Non inchinarsi ad un pensier men rio,
E verun senso di pietà, clemente
Ti fe’, non che benigno, al dolor mio?
Eppur ben altro, o falso cor, sovente
Mi promettevi, altro a sperare ebb’io,
Quando, misera, offrivi agli occhi miei
Bramate nozze o splendidi imenei!