8Ma d’argento, ma d’òr tutta sfavilla
Fin tra’ recessi suoi l’inclita reggia;
Su l’ampie mense il vasellame brilla,
Nitido ai sogli l’avorio biancheggia;
E in mezzo a1 regio fasto, onde scintilla
La magion tutta, il talamo troneggia,
Tutto d’indico dente o di tal forma,
Che degno è bene che una dea vi dorma.
9Di violetto murice dipinta
Purpurea coltre istoriata il veste,
Dove con arduo magistero è pinta
Qua là qualcuna dell’eroiche geste.
Ecco, sul mare, onde ogn’intorno è cinta,
Arianna affisar le luci meste;
Di Nasso ondisonante è questo il lido,
Quel che fugge è il navil di Teseo infido.
10Guarda incerta la misera, e nel petto
A frenar la sorgente ansia si prova,
Chè quanto innanzi a sè vede in effetto
Credere illusione anco le giova.
Desta appena dal sonno maledetto
Sola in deserta arena ella si trova:
E Teseo fugge, e le promesse care
Dà all’aure, e solca spensierato il mare.