Rapido dietro all’agil condottiera
Lo stuolo de le Galle alterna i passi,
Finchè alla stanza della dea severa
Gittano per la selva i corpi lassi: 45Un tacito languore entro la fiera
Alma d’ognuna insinuando vassi;
E prima che da lor cibo si tocchi,
In un lento sopor chiudono gli occhi.
Ma come il sole il bianco ètere schiara 50Con gli occhi radiosi e l’aurea faccia,
E dal mare aspro e dalla terra avara
Coi sonípedi suoi l’ombre discaccia,
Subitamente dalla pace cara
Ed insieme dal sonno Ati si slaccia; 55E il sonno, che da lei ratto si toglie,
Nell’ansio sen di Pasitea s’accoglie.
Ati, che sgombra di furor la mente
Per l’avuto riposo anco sentiva,
Riandò le sue cose, e chiaramente 60Dove fosse ben vide e di che priva:
Con l’animo in tempesta immantinente
Si ricondusse alla deserta riva,
E il mar guardando lacrimosa, queste
Volse alla patria sua parole meste: