Pagina:Le poesie di Catullo.djvu/72

72 Le poesie di Catullo


55Ma se lieve da un’unghia ei colto viene,
     Nè garzone il desia nè giovinetta;
     Vergin così, finchè pura si tiene,
     Cara agli uomini vive, ai suoi diletta;
     Me se perde il fior casto, onde si fregia,
     60O donzella o garzon più non la pregia. —

— Come in brullo terren vedova vite
     Non sorge mai, non di bei grappi splende,
     Ma chinando al suo peso il corpo mite,
     I sommi tralci al piede umile stende:
     65L’arator nega ad essa ogni cultura,
     Passa l’agricoltore, e lei non cura;

Ma se avvien che d’un olmo è sposa fatta,
     Cara al cultore e all’arator diviene;
     Vergin così, finchè rimane intatta,
     70Negletta invecchia in solitarie pene;
     Me se sposo conforme a tempo acquista,
     Più cara è all’uomo, e al genitor men trista.

O giovinetta, con un tal marito
     Tu non volere contrastar; dai tuoi
     75Fosti a lui data con solenne rito:
     Disubbidire ai genitor’ tu puoi?
     La tua verginità, credi, o diletta,
     Tua non è tutta: anche a’ parenti spetta.