55Ma se lieve da un’unghia ei colto viene,
Nè garzone il desia nè giovinetta;
Vergin così, finchè pura si tiene,
Cara agli uomini vive, ai suoi diletta;
Me se perde il fior casto, onde si fregia, 60O donzella o garzon più non la pregia. —
— Come in brullo terren vedova vite
Non sorge mai, non di bei grappi splende,
Ma chinando al suo peso il corpo mite,
I sommi tralci al piede umile stende: 65L’arator nega ad essa ogni cultura,
Passa l’agricoltore, e lei non cura;
Ma se avvien che d’un olmo è sposa fatta,
Cara al cultore e all’arator diviene;
Vergin così, finchè rimane intatta, 70Negletta invecchia in solitarie pene;
Me se sposo conforme a tempo acquista,
Più cara è all’uomo, e al genitor men trista.
O giovinetta, con un tal marito
Tu non volere contrastar; dai tuoi 75Fosti a lui data con solenne rito:
Disubbidire ai genitor’ tu puoi?
La tua verginità, credi, o diletta,
Tua non è tutta: anche a’ parenti spetta.