Dell’Eritreo le arene,
Degli astri le scintille
Numeri pria chi tiene
A numerare i mille
Vostri giochi secreti 252E i baci e i colpi lieti.
Godete, o sposi, come
Vi aggrada, e un figlio in breve
Sorga: l’antico nome
Isterilir non deve,
Ma rigoglioso al sole 258Crescer d’ingenua prole.
Vo’ che un picciol Torquato
Dal grembo della madre
Porgendo al padre amato
Le manucce leggiadre,
Sorrida con incerto 264Labbruzzo semiaperto.
E tanto al padre ei pari
Cresca, che a primo tratto
Riconoscan gl’ignari,
Che di Manlio è il ritratto;
E il suo sembiante dica: 270La mia mamma è pudica.