Pagina:Le poesie di Catullo.djvu/68

68 Le poesie di Catullo


Dell’Eritreo le arene,
     Degli astri le scintille
     Numeri pria chi tiene
     A numerare i mille
     Vostri giochi secreti
     252E i baci e i colpi lieti.

Godete, o sposi, come
     Vi aggrada, e un figlio in breve
     Sorga: l’antico nome
     Isterilir non deve,
     Ma rigoglioso al sole
     258Crescer d’ingenua prole.

Vo’ che un picciol Torquato
     Dal grembo della madre
     Porgendo al padre amato
     Le manucce leggiadre,
     Sorrida con incerto
     264Labbruzzo semiaperto.

E tanto al padre ei pari
     Cresca, che a primo tratto
     Riconoscan gl’ignari,
     Che di Manlio è il ritratto;
     E il suo sembiante dica:
     270La mia mamma è pudica.