E voi, brave signore
Di fama intemerate
Ed ai vecchi in onore,
La fanciulla assettate.
O Imene viva, o Imene, 228Imeneo viva, Imene.
Or vieni, è la tua volta,
O marito: la sposa
Già nel talamo accolta
Splende fresca e vezzosa,
Pari a vitalba o a grato 234Papavero incarnato.
E tu, così gli Dei
M’ajutino, o marito,
Non sei men bel, nè sei
A Venere sgradito.
Ma il dì s’è già nascoso; 240Rompi l’indugio, o sposo.
Ma tu non troppo attendi:
Eccoti; e così t’ama
Venere, che già prendi
Quant’hai di prender brama,
Nè celi ai nostri sguardi 246L’onesto amore ond’ardi.