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trad. da Mario Rapisardi 67


E voi, brave signore
     Di fama intemerate
     Ed ai vecchi in onore,
     La fanciulla assettate.
     O Imene viva, o Imene,
     228Imeneo viva, Imene.

Or vieni, è la tua volta,
     O marito: la sposa
     Già nel talamo accolta
     Splende fresca e vezzosa,
     Pari a vitalba o a grato
     234Papavero incarnato.

E tu, così gli Dei
     M’ajutino, o marito,
     Non sei men bel, nè sei
     A Venere sgradito.
     Ma il dì s’è già nascoso;
     240Rompi l’indugio, o sposo.

Ma tu non troppo attendi:
     Eccoti; e così t’ama
     Venere, che già prendi
     Quant’hai di prender brama,
     Nè celi ai nostri sguardi
     246L’onesto amore ond’ardi.